Quaderni di Analisi Storica e Sociale dell’Istituto TerraeLiberAzione
A.Canepa -“1940 -La GUERRA EUROPEA,il GRANDE GIOCO e L’URSS sulle VIE delle INDIE” (a cura di Mario Di Mauro e Alessandro Lattanzio).
Nell’80° dell’Operazione Husky, i 38 giorni di battaglie siciliane che dal 10 luglio al 17 agosto dell’anno 1943 cambiarono le sorti della seconda G.M., alzando uno sguardo sul Mondo in Tempesta, travolto dalla più spaventosa Guerra che si fosse mai vista, prendiamo spunto da un saggio geopolitico del professore CANEPA scritto e pubblicato nel 1940 sulla rivista “Politica”, che abbiamo recuperato grazie alla Famiglia Canepa, e che viene ripubblicato -in edizione commentata e per la prima volta- dall’Istituto TerraeLiberAzione: “L’URSS sulle Vie delle Indie”.
Il “Quaderno” -fresco di stampa- può essere richiesto alla nostra mail: edizioniterraeliberazione@gmail.com -.
Qui di seguito ne pubblichiamo il nostro “Contestuale” che, insieme a note, cartine e illustrazioni, lo introduce, facilitandone lo Studio.
@Le Edizioni TerraeLiberAzione.
La nostra Domanda cruciale è: Come e Perché, l’ennesima Guerra Civile Europea detonò, esplosiva e devastante, nella seconda G.M.?
Canepa fu un INTELLETTUALE EUROPEO, un giovane accademico poliglotta e “non conformista”, con una carriera brillante in “Storia delle Relazioni e dei Trattati internazionali”, che scelse la lotta armata contro il Nazifascismo e animò, col “Gruppo Etna”, l’unica vera Resistenza partigiana in Sicilia… (…)
Quella di Antonio Canepa (1908-1945), il professore guerrigliero, fu una vita avventurosa, breve e intensa. Un romanzo vivente. E’ una storia, la Sua, che scorre dentro la Storia, un romanzo tragico che si dispiega, infine, in giorni che valevano anni, anni che valevano decenni: nelle Tempeste della seconda G.M. (Si veda il nostro libro: “La RESA dei CONTI del partigiano CANEPA. 1940-1945. La “rivoluzione permanente” della Resistenza Siciliana: dall’Antifascismo combattente al partito-armato indipendentista”. http://www.terraeliberazione.net/prodotto/la-resa-dei-conti-del-partigiano-canepa/
Canepa scrisse questo saggio in un momento in cui il Terzo Reich e l’Unione Sovietica erano entrati in una “tregua armata”, e le potenze fasciste, il Patto d’Acciaio e l’Asse tripartito, cercavano di spingere Mosca nel secolare “Grande Gioco”, ad agire contro la colonia-gioiello della corona inglese, l’India (via Iran e Afghanistan). Un pio desiderio, sebbene Canepa descriva i tentativi, o presunti tali, dell’URSS di sottrarre l’India all’impero britannico; in realtà, come poi ha ben illustrato anche il giornalista statunitense William Shirer, Mosca non era interessata alle colonie inglesi ma alla tremenda situazione in Europa.
Con “Grande Gioco” si definisce il secolare conflitto strategico che contrappose l’imperialismo britannico e la Russia, prima zarista poi “socialista” in Medio Oriente e Asia centrale.
La British India è una geniale creazione secolare dell’Imperialismo inglese, che si sbarazzò, nell’Oceano indiano, degli imperialismi europei rivali: portoghesi, olandesi, francesi…ma anche di Regni indiani che si dissolsero come neve al Sole. E non ci fu furberia, corruzione, intrallazzo, crimine di cui non si macchiarono gli “Inglesi”. Ma non vi fu alcuna Forza mentale strutturata in grado di fermarli. Se la Storia la scrivono i vincitori…in questo caso l’hanno fatta e l’hanno anche scritta, dai registri contabili della Compagnia delle Indie fino a romanzi come il “Kim” di Kipling. Basta studiarla. Se poche decine di migliaia di funzionari e militari inglesi riescono a stabilire un dominio secolare su un’India di oltre 200 milioni di abitanti… “Guai ai vinti!”. (1)
La vittoriosa Rivoluzione d’Ottobre 1917, che “fermò la prima Guerra Mondiale”, fu diretta dal partito bolscevico di Lenin in Russia; e produsse la costituzione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche: sono stati eventi cruciali, che hanno plasmato il XX secolo e, malgrado tutto, agiscono nella Storia profonda, dalle “faglie geo-storiche”, anche in questo XXI secolo. Le “spinte propulsive”, di Azioni umane epocali, al di là dei “risultati non voluti”, si esauriscono del tutto solo in superficie.
La formazione e la costituzione dell’Unione Sovietica e il trionfo della Rivoluzione Socialista d’Ottobre, determinarono il corso degli ultimi cent’anni di Storia mondiale: in un certo senso, il Novecento, nella sua infinita parabola, è un Secolo sovietico.
L’Unione Sovietica, malgrado il fallimento dell’ipotesi strategica di una Rivoluzione Socialista nell’Europa “sviluppata” che ne avrebbe spezzato l’isolamento, si istituisce come drammatico contrappeso geopolitico al delirio dell’imperialismo occidentale, nella dinamica “unitaria” che segna l’Epoca dell’Imperialismo: la “Guerra Fredda” ne sarà sintesi spettacolare.
Si ricordi che all’inizio del XX secolo, fino al suicidio occidentale con la Prima Guerra Mondiale, le potenze europee avevano materialmente occupato i continenti africano e asiatico, sequestrato manu militari le loro economie, distrutto i rispettivi sistemi di governo, salvandone le porzioni utili al dominio diretto o indiretto dei territori colonizzati dai centri metropolitani: imponendo lo “sviluppo neocoloniale”, funzionale al saccheggio di risorse.
L’America Latina rimase esclusa dal dominio geopolitico dell’imperialismo europeo, per via della concorrenza dell’imperialismo nascente degli Stati Uniti d’America, che aveva anche deciso di trovare in Asia orientale quei mercati di sbocco e quei territori da influenzare e sottoporre a “protettorato” che Washington non poteva trovare in Europa o Africa per il blocco imposto dagli imperialismi europei.
La Russia, all’alba del XX secolo, scoprì che stava perdendo terreno rispetto le potenze imperialiste occidentali; la guerra col Giappone del 1904-1905 aveva svelato l’incapacità del sistema imperiale di gestire e potenziare, sviluppare, l’immenso continente che era la Russia degli Zar.
La rivoluzione socialista, e patriottica, in Russia si rivelava una necessità geostorica e socio-culturale per i popoli della Russia, che divenne un polo d’influenza mondiale rivolto verso i popoli oppressi del mondo colonizzato e semicolonizzato, popoli materialmente e fisicamente aggrediti e oppressi dagli Stati imperialistici occidentali, che sui vessilli delle loro forze di spedizione e sulle bandiere delle loro cannoniere, portavano scritte, allora come oggi, le parole: libertà, diritti, civiltà, sviluppo, usati come nebbia di missioni militari di invasione, conquista, occupazione, sfruttamento, repressione. E sottosviluppo funzionale nelle terre e tra i popoli dei Paesi esterni all’Occidente.
La costituzione dell’URSS, prima, e il seguente e drammatico processo di sviluppo economico-industriale dell’URSS, dopo, diedero a quelle terre, a quei popoli, a quelle nazioni che subivano il giogo dei vari interessi dei grandi centri imperialisti occidentali, le armi ideologiche, politiche, organizzative, e infine anche militari ed economiche, con cui iniziare la lunga marcia della liberazione nazionale e sociale dagli imperialismi dell’Occidente, ora alleati ora concorrenti ora in guerra tra di loro. (2)
Nella lucida analisi di Canepa sulle operazioni sovietiche in Asia centro-meridionale, e nel Medio oriente, si dimostra come l’URSS avesse sviluppato una profonda retrovia industrializzata e interconnessa, non solo per via ferroviaria, ma anche per via aerea.
Tashkent, capitale uzbeka sovietica così citata da Canepa, era lo snodo strategico delle comunicazioni sovietiche, dell’URSS, che ospitava non solo stazioni ferroviarie, ma anche aeroporti importanti notevoli; ne fa testimonianza, ad esempio, anche il libro di memorie dell’asso sovietico Sergej Kurzenkov, “Sotto di noi la terra e il mare”, quando doveva viaggiare dall’Ovest all’Est dell’Unione Sovietica, doveva fare scalo all’aeroporto di Tashkent.
E va ricordato, che non solo gli Urali furono eretti a “retrovia industrializzata” dell’URSS, ma anche il Turkestan sovietico, e soprattutto la sua capitale, appunto Tashkent, ospitavano, e ospitano, impianti industriali metalmeccanici e aeronautici. Era un’altra area di sviluppo industrializzata da zero dell’Unione Sovietica, durante i primi piani quinquennali sovietici.
Tutto ciò era noto, come era noto, e lo dice sempre Canepa, che la Guerra d’inverno, la guerra sovietico-finlandese, fu voluta dai finlandesi, e che i sovietici ebbero solo una difficoltà, temporanea, contingente, che non gli impedì di raggiungere gli obiettivi voluti.
Lo diceva Canepa, politologo “ufficialmente fascista”, che non si fece abbagliare dalla propaganda di allora, del ‘totalitarismo mussoliniano’; come non si fece abbagliare sempre dalla propaganda antisovietica, analizzando i dati anche allora disponibili, nel sottovalutare l’URSS. Cosa che fecero allora i caporioni sia fascisti che ‘democratici’; e come fanno oggi, perfino ‘storici’ da talk show, che riescono a sputare un veleno russofobo che farebbe vergognare il professore ‘fascista’ Canepa.
Canepa scrisse il saggio a novembre. Quando, un mese dopo, nel dicembre 1940, Molotov, il Commissario del Popolo per gli Affari Esteri dell’Unione Sovietica, visitò Berlino, si vide sventolare sotto il naso dai nazisti, immaginifici piani di spartizione dell’impero inglese. Lo scopo era chiaro, distrarre l’URSS dalle faccende europee dove brigavano Hitler e Mussolini (si pensi alla Romania e ai suoi pozzi di petrolio, alla Francia vichista, alla Jugoslavia ancora indipendente, alla Bulgaria ancora filorussa, alla Grecia tomba degli “otto milioni di baionette” di Mussolini, ecc.).
A Molotov, i gerarchi nazisti dissero che essendo l’Inghilterra militarmente finita, si poteva procedere ad affettare la torta del suo impero coloniale, tema ufficiale del saggio di Canepa.
Non a caso, però, Churchill, ora premier inglese, sapendo della visita berlinese di Molotov, inviò i suoi bombardieri a colpire Berlino. Lo fece apposta. E infatti, quando Molotov viene accompagnato nei rifugi antiaerei, chiese a Ribbentrop di quale Paese fossero i bombardieri che sorvolavano Berlino in quel momento, smontando così le blandizie tedesche verso Mosca proponendogli di vendergli la pelliccia del leone imperialista inglese, però ancora vivo…
Canepa anche su questo, però, rimane una spanna al di sopra di tanti, presunti, ‘storici’ italiani di oggi, ‘storici’ incapaci di presentare un apparato di fonti e riferimenti paragonabile a quello utilizzato da Canepa, il quale non osava ricorrere a fonti dubbie, false o scadenti (e quando gli capita di farlo, per dare avvio al suo discorso sulla ‘Retrovia Profonda’ dell’URSS, puntualizza che la fonte usata veniva smentita o non aveva conferme).
Le fonti dubbie e false, invece, sono oggi, al contrario del Professor Canepa, ampiamente utilizzate dai suddetti ‘storici’ da circo mediatico, al solo scopo di fornire pallottole ideologiche alla isterica propaganda di guerra dell’euro-atlantismo.
Altro aspetto che rimane di attualità, oggi, nel 2023, è l’Afghanistan, descritto come tomba delle aspirazioni imperialiste inglesi, con cui Londra (e l’occidente) dovette scendere a patti, quando l’URSS intervenne a sostegno dell’allora monarca poco anglofilo.
Esattamente come accaduto 100 anni dopo, nel 2021. Con l’Afghanistan che ha seppellito le furie belluine degli USA, e dell’Occidente, post-11 settembre. Furie ammosciatesi dopo venti anni, esatti, di “guerra di civiltà” scatenata dal nuovo impero ‘inglese’ proprio in Afghanistan. Ed oggi, l’esercito del nuovo emirato dei Taliban, conta 120mila combattenti, proprio il numero esatto riportato da Canepa nel suo saggio, quando calcola, con un rapido sguardo, il potenziale militare dell’Afghanistan e dei Paesi vicini: Iran, Iraq, Turchia…L’invarianza della Storia.
Va detto, però, che il professore Canepa tace sull’aggressione italiana all’Etiopia nel 1935, e su quanto sia costata cara al Duce di Predappio, anche nel Quadrante analizzato dal saggio che ripubblichiamo: Iran e Turchia avevano stretti legami militari col Regno d’Italia, rapidamente stroncati e rinnegati all’indomani della criminale invasione fascio-italica dell’Abissinia.
La rapida caduta della Francia -vincitrice della prima G.M. e grande potenza industriale e coloniale- aveva sconvolto il Mondo. Il 14 giugno 1940, le armate del Terzo Reich sfilavano a Parigi: l’unificazione europea, sotto le bandiere naziste, appariva ormai cosa fatta. Non v’era alcuna concreta Resistenza possibile se non la “collaborazione tattica” con l’occupante, per “limitare i danni”?. Pare proprio di si. De Gaulle, rifugiato a Londra, “era solo”. Al Sud –a Vichy- si costituisce un “governo collaborazionista”, guidato dal generale Pètain. Perfino il “potente PCF” (il partito comunista francese) era allo sbando. (…)
Canepa non era un “sonnambulo”: sapeva tutto, ma non sappiamo cosa ne pensasse in Realtà, il nostro Professore guerrigliero, nel 1940: né lo avrebbe potuto pubblicare in forma esplicita. Fatto sta che, come altri giovani europei, colti e inquieti, matura rapidamente l’Antifascismo combattente nelle nebbie della seconda Guerra Mondiale: all’indomani della barbara aggressione nazifascista contro l’URSS (Operazione Barbarossa -giugno 1941).
Fu il punto di non ritorno. Il professore Canepa: un INTELLETTUALE EUROPEO nelle TEMPESTE della 2° GUERRA MONDIALE, vi partecipò come Soldato politico, con la GeoPolitica come “Destino”.
L’Operazione Barbarossa era il nome in codice dell’invasione dell’Unione Sovietica da parte della Reich tedesco e dei suoi alleati nell’Asse. Il 22 giugno 1941 –senza “dichiarazione di guerra”- le truppe nazifasciste invadono l’Unione Sovietica.
Si rivolgono ad Est in seguito alla sconfitta nella “battaglia d’Inghilterra” del 1940. In sostanza, Hitler non essendo riuscito a conquistare l’Inghilterra con l’invasione dell’isola, pensa di poterla costringere a trattare dopo essersi impossessato delle terre Russe.
Conquistare l’Unione Sovietica occidentale per ripopolarla di tedeschi. Il Generalplan Ost mirava a utilizzare parte del popolo conquistato come forza lavoro a beneficio dell’impegno bellico dell’Asse, le riserve di petrolio del Caucaso e le risorse agricole di vari territori sovietici.
L’obiettivo finale includeva l’eventuale sterminio, la schiavitù, la germanizzazione e deportazione di massa in Siberia dei popoli slavi e l’espansione del Lebensraum (spazio vitale) della Germania.
Nei due anni precedenti l’invasione, la Germania e l’Unione Sovietica firmarono patti politici ed economici a fini strategici. In realtà “Berlino” iniziò a pianificare un’invasione dell’Unione Sovietica nel luglio 1940. Il piano, denominato Operazione Barbarossa, venne attivato da Hitler il 18 dicembre 1940. Fu la più imponente invasione militare dell’intera Storia del Mondo: un fronte di 2900 km, 600.000 mezzi motorizzati, 3 milioni di soldati dell’Asse. Inclusa l’ARMIR dell’imperialismo straccione italiano: Armata italiana in Russia, il corpo di spedizione che operò nel 1942-43 nella zona del Don: composta da circa 230.000 uomini, fu coinvolta nella disfatta di Stalingrado e nella successiva ritirata, contando più di 84.000 perdite tra morti e dispersi.
Non sappiamo cosa pensasse in Realtà, nel 1940, il nostro Professore, quando riponeva ancora qualche speranza nel Patto di non aggressione sottoscritto da Berlino e Mosca; né lo avrebbe potuto pubblicare in forma esplicita: ma lo scopo profondo di questo “L’URSS sulle Vie delle Indie”, ci appare invece chiaro: nonostante l’apparato logico presentato, radicato nelle teorie geopolitiche dell’imperialista inglese MacKinder, del Turkestan ‘cuore’ dell’Isola-Mondo (l’Eurasia), da frantumare per impedire la formazione dell’anti-egemone mondiale (allora l’URSS, oggi la Shanghai Cooperation Organization – S.C.O.). E’ in realtà una teoria-programma trasmessagli nella Germania nazista, di sicuro, dalla lettura delle pubblicazioni curate dal socialimperialista tedesco-ucraino Alexander Parvus ed ereditate dalla propaganda nazista.
Ma quale era l’opera profonda di Canepa in questo saggio, pubblicato su una diffusa rivista di analisi “Politica”, in pieno Regime?.
Lezione numero 1: un monito solo, valido tutt’oggi: non disturbate l’Orso, non sottovalutate la Russia!.
@ Istituto TerraeLiberAzione (Mario Di Mauro – Alessandro Lattanzio)