Gela si sta svegliando. Buongiorno Gela!
Dopo mezzo secolo di nebbia e vel-Eni, corruzione e repressione, illusioni e pane avvelenato, Gela si sta svegliando, comincia a realizzare in quale Spettacolo coloniale ipnotico e totalitario è stata imprigionata, una allucinazione collettiva in cui si riuscì perfino a insorgere in difesa del Pet Coke, cioè della corda con la quale i gelesi venivano impiccati, ogni giorno, ogni notte, ad ogni boccata d’aria, ad ogni pianto di neonato, nel paradosso di una capitale industriale mondiale che vive nelle condizioni e nelle subculture, più o meno “stiddhare”, della peggiore riserva sicilindiana. E quando ci andavamo, a diffondere TerraeLiberAzione, ci dissero perfino: “ma chi minchia vuliti, catanisi!”.
Li aizzava Saro Crocetta, un uomo dei vel-Eni, perfetta sintesi politico-ideologica del capitalismo di stato in versione colonialista, una maschera tragicomica nel teatrino della Sicilia italienata. Eschilo, che a Gela ci visse, ne avrebbe tratto una Tragedia.
Gela si sta svegliando. La vera notizia è questa. Per noi -che da oltre trentanni denunciamo l’Olocausto Siciliano, le malformazioni neonatali e gli aborti epidemici, i profitti miliardari di pochi “in cambio” di un pezzo di pane avvelenato, la vera notizia è questa. Ora che l’ENI si è scoperta “verde” e la nuova colonizzazione si è fatta perfino più sofisticata.
Da mezzo secolo la premiata ditta vel-ENI è il cervello dell’Idra dalle Sette Teste che devasta la Sicilia e i siciliani (i proletari siciliani, in primo luogo, che non hanno alcuna difesa e si ritrovano anche i sindacati più subalterni d’Europa, svenduti alla premiata ditta vel-ENI e all’ideologia delle magnifiche sorti e progressive del capitalismo di stato, testa d’ariete della colonizzazione industriale dell’Isola).
Gela si sta svegliando da un sogno ch’era invece un incubo, carico di illusioni.
Eravamo noi “critici” a non avere “cultura industriale”!. Ancora ce li vediamo i pupi sindacali dei pupari colonialisti, i mercenari con la “tessera del partito” in una tasca e il “sol dell’avvenire” nell’altra. E leggevano pure Gramsci e Lenin, di cui non capivano manco una riga!. Poveracci!.
Gela si sta svegliando. Ma state attenti. Gela, per la multinazionale italiana, resta una base strategica: dal gasdotto ai biocarburanti. Ne riparleremo.
Non esisteva alcun nesso logico, se non di tipo ricattatorio coloniale e pure fasullo, tra “nuovi investimenti”, implementati con “fondi europei”, e il procedimento in sede civile nato dalla raccolta firme promossa da due avvocati gelesi. La sete di profitti dell’imperialismo europeo rimodula in piattaforma bioenergetica la sua SiciliAfrica. Vedrete.
Gela si sta svegliando. Ma state attenti.
Ci ricordiamo di quando il legale dell’ENI, con arroganza al limite della demenza, contro le denunce di tanti cittadini, gli urlava: «eversivi!». All’avv. Lotario Dittrich abbiamo risposto che di eversivo, in Sicilia, c’è il modus operandi delle multinazionali colonialiste, il cui modello standard, da oltre mezzo secolo, è l’ENI. Per l’Olocausto Siciliano ci vorrebbe un Processo di Norimberga: altro che “eversivi”!.
Nelle 99 pagine di memoriette che Eni aveva prodotto, Gela veniva descritta come un’oasi di benessere Invece è la stessa legge a stabilire che il danno ambientale, che è accertato, rimane perdurante fino a quando non si effettuano le bonifiche.
Gela è una cavia, una riserva sicilindiana “speciale”. Se e quando il Popolo siciliano istruirà il suo Processo di Norimberga li andremo a riesumare anche dalle tombe, da Mattei a Cefis in poi!.
Ricordiamo come finì. La difesa di Eni: «l’aspettativa di un ambiente salubre non può essere avanzata dai singoli richiedenti e di fronte un eventuale danno ambientale solo il ministero è legittimato ad agire». Capito?. Lo dicono loro!. Solo lo stato colonialista italiano può “sindacare” sull’operato di una sua azienda!. L’ENI verrà assolta?. Ovvio. Ma si vada avanti lo stesso. Verso Norimberga. Gela si sta svegliando. Buongiorno Gela!.
Sosteniamo da decenni – come possiamo- ogni resistenza civile. Rinnoviamo questo sostegno in occasione di una assemblea pubblica indetta dai nostri amici di Gran Sicilia per il 25 luglio, che pone al centro il Diritto all’Acqua pubblica e pulita. Nel 2020 si è costretti a questo. Riflettere sul come ci si sia ridotti a questo è la “corda” per risalire le cascate del pianto.
Buongiorno Gela!.
@Catania 22 luglio 2020 – il Comitato Centrale della Comunità TerraeLiberAzione.
Gela- Sabato 25 Luglio. “Acqua bene essenziale”- assemblea a palazzo Ducale:
Gela riparte dall’acqua. Un incontro a Gela, città massacrata da ogni genere di malapolitica nazionale, regionale, locale su quello che non è un problema, ma IL problema, di Gela e di tutta la Sicilia.
Il problema che rende schiavi tutti perché nessuno può fare a meno dell’acqua.
Il problema che ha aperto mercati di clientele, di favori e flussi di denari in quantità destinati alle tasche sbagliate.
Il problema dell’acqua, essenza della vita che diventa vettore di morte per inquinamento, per la carenza di forniture, controlli, impianti idonei e onestà politica.
Un convegno aperto da un ardente comunicato inviato ai cittadini gelesi dalla comunità Terra e Liberazione, che ripercorre la turbolenta storia di una città martire e inneggia al risveglio di tutta la comunità che vuole e deve riavere diritti sempre negati, primo fra tutti quello alla vita.
Una storia vecchia, contornata da Personaggi politici piccoli e famosi e da multinazionali spietate: dalla potentissima Eni, simbolo della devastazione sociale, economica di questa terra alle multinazionali che lucrano sulla sete e sulla salute.
Un’incedere di numeri, documenti su opere mai realizzate, progetti abbandonati, avvelenamenti, tutti supportati da carte e fonti hanno inchiodato ogni politico che da Palermo a Gela si è macchiato della grave colpa di aver distrutto terra ed individui da queste parti, e quegli altri Romani (compresi i romani-siciliani) che continuano a volere povera e brutta la Sicilia dirottando soldi ed attenzioni altrove ed ignorando ogni grido di dolore, ogni voce, ogni singola parola che arrivi dai cittadini coraggiosi che denunciano e che si difendono. Milioni di euro mal spesi o mai spesi, condotte rimaste incompiute, potabilizzatori con progetti mai attuati e finanziamenti perduti; Sicilacque che, impunita, riceve valanghe di soldi e rende disservizi intollerabili; e Caltaqua, ultimo anello della malvagia catena, che porta liquidi inutilizzabili in modo discontinuo alle famiglie gelesi in cambio di pagamenti di bollette esose, che scarica liquami indepurati a mare, che “scassa” strade e marciapiedi senza più ripristinarli, forte delle più alte protezioni.
E i dati sui danni ambientali, causati da assenza di sistemi di depurazione, seppur finanziati, spiegati dettagliatamente, con tanto di dichiarazioni di organi istituzionali sui rischi per la salute, nel prezioso intervento del dott. Salvatore Licari.
E infine l’aspetto legale. Tutte le illegalità, palesi e nascoste, esposte nell’intervento dell’avvocato Gioacchino Comparato, le responsabilità di Politici ed Enti gestori e fornitori, dettagliatamente spiegate e seguite dall’illustrazione delle strategie di contrapposizione utilizzabili dai cittadini. E l’invocazione all’unità di questi, alla presa di coscienza.
Un’evento che, seppur non ha riempito l’aula degli ex granai del palazzo Ducale di Gela, ha ricevuto una attenzione mediatica consistente ed importante che sta continuando ancora e che ha portato gli organizzatori di Gran Sicilia a ripetute interviste e partecipazioni a programmi radiofonici e televisivi interamente dedicati all’evento e ad un consiglio comunale monotematico nelle prossime settimane.
Mancavano i Sindaci all’evento. Ma questo non sorprende. I Sindaci di Gela, Niscemi, Butera, Riesi, Delia, Mazzarino, regolarmente invitati non rispondono e disertano (non è la prima volta). Ma non sorprende. Loro sono il problema e non possono stare con chi è dalla parte della soluzione. Loro amano i convegni organizzati dagli amici, da chi gli consente comode passerelle. Non potevano stare lì con gran Sicilia. Loro rispondono ad ordini dall’alto, non ai richiami del popolo. Non era un evento passerella questo. C’era qualità, c’era un livello troppo alto per chi vive nella bassezza del servilismo. Gela si sveglia, come dicono gli amici di Terra e LiberAzione ai quali va il nostro ringraziamento per la presenza ed il contributo. E se si sveglia non sarà bello per loro.
*a cura di Gran Sicilia -Gela.