POVERA CATANIA!

Ci mancava il MILIARDO per il WATERFRONT COLONIALE!
(Il Contesto, sia chiaro, è la ristrutturazione funzionale del Sistema portuale Catania-Augusta).
Regolare, ritorna ogni ventina di anni la Questione del Waterfront di Catania: i Soldi -a leverage eurotedesco- ci sono.
La Città è separata dal suo Mare, le volta le spalle. C’è un caos di “(in)-competenze”: una palude burocratica che paralizza tutto…E’ il sistema I.B.O.S. (Inefficienza Burocratica Organizzata Scientificamente). Un sistema di eco-vandali.
E’ tempo di sbaraccare il Muro che separa Catania dal suo Mare. E su questo siamo tutti d’accordo.
Ora spunta l’ideona di un waterfront catanese per il turismo navigante riccone -o presunto tale- che non spenderà certo milioni a Catania. Un anonimo Waterfront per gli “zombi”?. Alienazione da colonizzati: in versione “Sicily Park”. Sarebbe un’altro spazio anonimo, asettico, “amerikanizzato”, senza Storia, uguale alla loro non-idea di Città.
Che si abbattesse intanto la neonata allucinante pista pedo-ciclabile sopraelevata (!?) > dal nulla al niente- “da piazza Alcalà al Faro…” (le cose si fanno bene, o non si fanno). E va restituito lo “sbocco al mare” alla “riserva indiana” di San Cristoforo riqualificando un’area di bellezza strepitosa!. Anche disinnescando -senza speculazioni- la bomba ambientale dell’ex ItalCementi al Faro Biscari.
E calati i manu dagli Archi della Marina > prolungamento del Passiaturi della Catania defeliciana (e carnazziana). A Miami e Barcellona, gli storici Archi realizzati sul Mare, neanche se li sognano!. E ci mancano solo le villette a schiera sulla Scogliera “ferroviaria” (l’ideona speculativa incombe da anni!).
Quegli Archi, che nella rozza visione confindustriale “macca liotru” -liberati dalla ferrovia- non avrebbero più alcuna “funzione economica”: la Sovrintendenza ha nulla da obiettare?. Ne riparliamo: coi nomi e cognomi.
E sia chiaro: il Waterfront, il magnifico Lungomare rubato ai Catanesi va restituito ai Catanesi e a tutti i nostri graditi ospiti: che siano ricchi con yacht, crocieristi intruppati o viaggiatori liberi, o poveri migranti coi barconi!.
Il Contesto, sia chiaro, è la ristrutturazione funzionale del Sistema portuale Catania-Augusta. Che si trascina -in modalità neocoloniali- le vicende della Società degli Interporti Siciliani S.p.A. (SIS S.p.A.): costituita nel 1995, per la realizzazione delle infrastrutture interportuali in Sicilia e, in particolare, l’Interporto di Catania e l’Interporto di Termini Imerese (legge 4 agosto 1990 n. 240 “Interventi dello Stato per la realizzazione di interporti finalizzati al trasporto merci e in favore dell’intermodalità”).
Ne riparliamo.
E comunque, meno male che la nostra povera Catania può sempre contare su una Grande Urbanista, che rimetterà tutto al suo posto, con naturale creatività: l’ETNA.
Mario Di Mauro -fondatore della Comunità TerraeLiberAzione.