Sicily Park. Lo Spettacolo della Sete (e della Monnezza). Due nuove imperdibili scenette tragicomiche.
1 agosto 2024- In piena e spettacolare emergenza idrica, la “Protezione Civile” della Regione Siciliana aveva richiesto alla Marina Militare –di stanza secolare ad Augusta- il supporto di una nave cisterna, per fronteggiare la situazione realmente drammatica nella mesopotamia girgentana.
La nave cisterna della Marina tricolorata, col suo carico d’acqua siciliana, partita dalla base strategica di Augusta, arriva regolarmente a Licata (150 chilometri di navigazione). Tutto bene, ma la Marina Militare spedisce subito il conto alla Regione: «Ogni viaggio costa circa 50mila euro, per una spesa pari a 43 euro a metro cubo. Pagate subito o vi bombardiamo?».
E’ quella Regione che nel 2003 (Cuffaro) –abbandonata alla deriva la zattera dell’EAS –Ente Acquedotti Siciliani- “privatizzò” le Acque pubbliche di mezza Sicilia regalandole ai pirati di Siciliacque SpA –(ENEL-Veolia Bollorè).
Solo TerraeLiberAzione denunciò la più scellerata privatizzazione-piratizzazione dell’intera storia siciliana, anche nei “dettagli”- “Siciliacque acquista l’acqua dai disidratati consorzi di bonifica a 5 centesimi al metro cubo, a fronte di una tariffa media nazionale praticata al gestore che è di 20 centesimi, e la rivende a un prezzo compreso fra 79 e 98 cent. Cioè: la compra a un quarto del valore ordinario e la rivende con un ricarico medio di 18 volte”. E ci fu perfino il Tar che diede ragione ai Pirati per la contestata tariffa: lo “sconto” «non determina alcun vantaggio in favore di Siciliacque, riflettendosi esclusivamente sull’abbattimento delle tariffe agli utenti». Curnuti e mazziati. E allora erano “solo” pochi centesimi (che figliavano milioni!). Il solo sentire, oggi, di “acqua d’emergenza” pagata a 43 euro a metro cubo ci fa rivalutare quei delinquenti della Mafia dei Pozzari!.
Fuor di ironie: è la Legalità bellezze, la vostra Legalità: e ve la tenete. Ma è mai possibile che dagli uffici della Regione fallita nessuno abbia chiesto “quanto ci costa?” alla Marina Militare Italiana?. Si, è possibile!. Quella celebrata Marina, la cui storia siciliana –per chi la conosce- ha nascita truffaldina (navi rubate alle Due Sicilie) e stragista (bombardamento della Comune di Palermo –Settembre 1866). Storia passata?. No, è il passato che non passa: e ve lo tenete. Anzi, arruolatevi in Marina: sempre meglio di vegetare al bar!. E votate in massa per la DC di “Cuffaro-Totò c’un parrò”: la sete girgentana è una sua medaglia al valore mercenario. E la Regione fallita?. Tenetevi macari quella: ve la meritate.
E’ Sicily Park, estate 2024. E può solo peggiorare.
1 agosto 2024. Un nuovo successo internazionale per le eccellenze siciliane DOP. È stata “decretata” dalla Regione una nuova colossale esportazione da Sicily Park: direttamente all’estero, con una imponente campagna commerciale lunga quasi un anno (fino al 30 giugno 2025).
I numeri sono impressionanti: 3 mila spedizioni per un totale di almeno 90.000 tonnellate di prodotto.
Vi contribuiscono le economie locali di circa 150 Comuni dell’Isola.
La destinazione è la Finlandia: è un partenariato euro-strategico sul Corridoio Palermo-Helsinky attivato dalla Regione siciliana –sotto i buoni auspici dell’UE- con la finnica società Loviisan Sataon Oy Satamatalonkatu 1, a Valko.
Il valore della merce esportata potrebbe raggiungere i 500 euro a tonnellata: il contratto sottoscritto dalla Regione pare molto aperto al libero mercato (il governatore Schifani è un genio del Liberismo e comunque di soldi non si parla, non è elegante!).
C’è un solo problema: è l’unico caso in cui chi esporta una merce la deve pure pagare!. Più ne esporti, più ti costa!. E’ la Monnezza di Sicily Park DOP pretrattata in TMB: prodotta dal Sicilystan nel suo “ciclo dei rifiuti”: proiezione mentale di un paesaggio antropologico di colonizzati (più o meno sradicati ignoranti e disamorati, comunque complici) in cui in troppi non distinguono ancora una bottiglia di plastica dalla buccia di una banana, un cartone da un divano scassato… E’ un secolare Affare per pochi pagato da Tutti. Ed è vissuto come la “normalità”. Dalla Sicilia se ne stanno andando tutti: in particolare quelli che vi restano. In questa breve nota tanto basta.
(TerraeLiberAzione)