Lo SPETTACOLO della SETE: (ma in SICILIA l’ACQUA C’E’ … e anche gli INNOMINABILI)

estratto dalla rivista “TerraeLiberAzione”(Anno 40°-N°2- 2024 ) è il nostro Lavoro “più letto” quest’anno. Il REPORT integrale è qui: http://www.terraeliberazione.net/2024/09/14/anno-40-n2-2024-rivista-siciliana-per-la-rievoluzione-umana/


Estate 2024. Dal set di Sicily Park va in scena una programmata replica dello Spettacolo della Sete, una “diretta in mondovisione” da catastrofi climatiche chè pare il Sahel: ci mancava solo la recensione del “New York Times”. Accade nelle nebbie sciroccate di una Siccità che si fa Carestia idrica per responsabilità che non stanno in Cielo: molte della trentina di dighe siciliane, in mezzo secolo, non sono mai state neanche “collaudate”, gran parte sono malfunzionanti per cattiva manutenzione, spesso per “interramento”; i pochi dissalatori risultano arrugginiti e di modello obsoleto–ma vi butteranno milionate per “riattivarli”- e perfino il 60% delle abbondanti acque etnee della Piana di Catania si perde in una rete idrica colabrodo: vecchia di 60 anni. – Al resto ci pensano le invisibili “Multinazionali”: l’Acqua mercificata è solo asset, utility, commodity. Profitti!.

L’IDROVORA INDUSTRIALE è il convitato di pietra dello Spettacolo della Sete. Con Attori “Multinazionali” come l’innominabile Enel– Forza mentale dominante nel “governo” delle Acque siciliane: sia quando c’è, che quando non c’è più: dalla cruciale Diga Pozzillo alla Siciliacque SpA -per 20 anni con Veolia –Bollorè: ora è il turno di Italgas. E l’Idrovora petrolchimica modello VelENI ha bruciato -nell’Omertà generale- miliardi di metricubi d’acqua: fin dagli anni ’60. E non va meglio nei cicli del “digitale” e delle “energie rinnovabili”: nelle nebbie del greenwashing*. Ricapitoliamo.


La Legge Galli (5 gennaio 1994, n. 36 – Disposizioni in materia di risorse idriche) disciplinava in Italia la gestione del servizio idrico integrato finalizzandola alla sua “industrializzazione secondo criteri di economicità ed efficienza”.

Vengono istituiti gli ATO Ambiti Territoriali Ottimali (che, ignorando la Realtà idrografica, furono ricalcati in Sicily Park sulle “provincie burocratiche” già pigramente calate nel Dopoguerra sulla mappa delle vecchie prefetture fasciste: in doppia violazione dello Statuto del 1946 che non prevedeva né le “provincie”, né le “prefetture”: ma Liberi Consorzi di Comuni e, per logica, Bacini Idrografici…: era profetico “bioregionalismo”, manco l’avesse concepito il genio di Lewis Mumford: tanto per saperlo). **

Con la Legge Galli “le opere, gli impianti e le canalizzazioni (articolo 4) di proprietà degli enti locali o affidati in dotazione o in esercizio ad aziende speciali e a consorzi, vengono affidati in concessione al soggetto gestore del servizio idrico integrato, il quale ne assume i relativi oneri nei termini previsti dalla convenzione e dal relativo disciplinare”.

Sicily Park. Come descritto in tempo reale da TerraeLiberAzione, lo SPETTACOLO della SETE del 2002 venne inscenato per accelerare l’operazione già avviata –nelle nebbie neocoloniali- un anno prima: alla “opinione pubblica”, manipolata come sempre, fecero implorare il Cielo per l’arrivo di un Salvatore della Patria che mettesse ordine nelle Acque di Sicily Park.

E qui entra in scena la già costituita –da un anno- Idrosicilia S.p.A., controllata da Enel & partecipata da Vivendi Environnement del “pirata bretone” Bollorè (oggi Veolia Environnement) –con la Regione siciliana presente al 5% e l’EAS al 20%.

In regola con le norme UE nel suo ciclo liberista trionfante, Idrosicilia calò sul tavolo la sua “proposta che non si può rifiutare”: un piano di investimenti, articolato nell’arco dei 40 anni di concessione “per un ammontare complessivo di 580 milioni di euro” (cioè niente: un bluff!) ma già interamente garantito da una cordata di banche italiane (in primis UniCredit e Banca Intesa).


Nel 2002+ il governatore Cuffaro –nell’onda di piena del liberismo trionfante- firma una scellerata cambiale in bianco a questa potente cordata, guidata dalla multinazionale ENEL e dal “pirata bretone” Bollorè, con la Regione che parava il sacco ai “piratizzatori”: una vera Potenza priva di concorrenti: non c’è partita!. A monte di Vivendi c’era anche BlackRock: e sopra BlackRock c’è solo Dio!. Prendere appunti.

Viene subito “smantellato” l’Ente Acquedotti Siciliani (in realtà messo “in liquidazione”: e lo è ancora oggi: non vuole liquefarsi!): il suo 20% del pacchetto azionario in Idrosicilia fu acquisito dalla Regione Siciliana, che mantiene tuttora il suo irrilevante 25%…

Solo TerraeLiberAzione denunciò la più scellerata privatizzazione-piratizzazione dell’intera storia siciliana, anche nei “dettagli”- “Siciliacque acquista l’acqua dai disidratati consorzi di bonifica a 5 centesimi al metro cubo, a fronte di una tariffa media nazionale praticata al gestore che è di 20 centesimi, e la rivende a un prezzo compreso fra 79 e 98 cent. Cioè: la compra a un quarto del valore ordinario e la rivende con un ricarico medio di 18 volte”. E ci fu perfino il Tar che diede ragione ai Pirati per la contestata tariffa: lo “sconto” «non determina alcun vantaggio in favore di Siciliacque, riflettendosi esclusivamente sull’abbattimento delle tariffe agli utenti».


Dal 2023 –dopo 20 anni- il 75% del capitale sociale di Siciliacque -sempre attraverso Idrosicilia- passa in quota Italgas, acquisito da Veolia, che aveva nel tempo rilevato anche le azioni di ENEL (le cui Forze mentali, sia chiaro, dominano anche “da remoto”: non si muove foglia che ENEL non voglia).

L’Italgas nasceva nel 1837 come Compagnia di Illuminazione a Gaz per la Città di Torino. Nel 1967 venne acquisita al Mondo ENI, via Snam. E’ quotata nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana. La sede legale è a Milano – ma Italgas Reti, opera, con lungimiranza secolare, da Torino.- Italgas è controllata da Cassa Depositi e Prestiti > Reti S.p.A. col 26,05% e da Snam col 13,5%. Tra gli azionisti di peso, oltre a Lazard appare BlackRock . E sopra BlackRock c’è solo Dio. Anche in Sicily Park.

L’Acqua mercificata è solo asset, utility, commodity. Ma i soldi per una positiva Grande Ristrutturazione del Paesaggio idrico siciliano qui ci sarebbero: a mancare è la Volontà e soprattutto una Visione strategica che questo Sistema Sicilia non è in grado di produrre. Prendere appunti.


Sorvoliamo sull’ARS- un teatrino di pupi parlamentari- che si riunisce “contro la Siccità” il 7 agosto per deliberare la sua irrilevanza; e non si può manco sentire il “governatore” Schifani quando delira di “situazione imprevista e imprevedibile!”: e ora rivendica “super poteri modello Genova”. E annuncia la disponibilità di 720 milioni (comunque insufficienti): in Realtà i soldi c’erano già, da decenni. E gli ultimi fin da quando –nel 2021- finanziati da “Bruxelles” vennero giustamente bocciati da “Roma” ben 31 progetti idrici su 31 presentati dalla Regione e dal suo sistema IBOS (Inefficienza Burocratica Organizzata Scientificamente). 31 su 31 è un record di incapacità progettuale che nessuna delle 300 regioni dell’UE potrà mai battere!. E a poco servono 270 tecnici “esperti di PNRR” inviati da “Roma” per supportare gli uffici regionali e i 391 UTC (Uffici Tecnici Comunali): per quanto siano quasi tutti siciliani, chè la Regione “specialmente” fallita –col suo esercito di dipendenti: che manco tanti Stati!- non è stata neanche capace di “riqualificare” i suoi!.


Ma chi “governa” le Acque siciliane?. C’era una volta l’Ente Acquedotti Siciliani (EAS), l’ente regionale che gestì per 60 anni –bene o male- tutti gli acquedotti della Sicilia. È’ in liquidazione dal 2004 (dalla costituzione di Siciliacque SpA). Ma non vuole liquefarsi!. E i Consorzi di Bonifica?. Commissariati da 30 anni, languono sgarrupati nell’inedia. Cose di Sicily Park!. In Realtà le Acque siciliane sono nel pieno dominio di alcune “Multinazionali”: una cordata di pirati guidata da ENEL e Italgas.

Sebbene, formalmente, un ruolo di governo ricada sull’ Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Regione Siciliana e sullo sgarrupato D.A.R.- Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti > L.584/94, L.166/02 > cruciale nella governance dei fondi miliardari UE del FESR Sicilia e che sarebbe il titolare di “programmazione, progettazione e realizzazione interventi sulle infrastrutture per le acque”, ma anche “in materia di espropriazione” e di “coordinamento e assistenza ai (moribondi e commissariati da un trentennio) Consorzi di Bonifica relativamente alla “programmazione e realizzazione di infrastrutture irrigue”; e, ovviamente, di “gestione delle grandi infrastrutture irrigue”. Ma anche delle Bonifiche “petrolchimiche” a Milazzo e a Priolo, laddove la Regione fallita si distingue per la catastrofica realtà del suo Depuratore IAS ed è corresponsabile primaria dell’Olocausto che si compie da 60 anni in quel “mare color del mercurio, dove l’aria odora di morte” (@TerraeLiberAzione 2002). E le Dighe?. Non furono pianificate per l’Agricoltura. Il gruppo originario di TerraeLiberAzione lo capì nel 1978: a “Quota 100”. Ne riparliamo. Oggi non sanno prevenire neanche l’avvelenamento delle acque invasate a causa di morìa dei pesci per asfissia. E a resistere sono solo gli Agricoltori previdenti che hanno realizzato laghetti aziendali a proprie spese (la Piana di Catania è una groviera… vabbè!).


Ma chi “governa” realmente le Acque siciliane?. – La capacità di 29 Dighe&Invasi artificiali di SICILY PARK è di un miliardo di metricubi. Oggi ridotta a un quarto e con perdite di rete che superano quasi ovunque il 50%!. Il disastro è un capolavoro della Regione siciliana e del suo Sistema IBOS- Inefficienza Burocratica Organizzata Scientificamente.

A funzionare bene–da mezzo secolo- è solo il Sistema dell’IDROVORA INDUSTRIALE neocoloniale (idroelettrica, petrolchimica, digitale ecc.).

Alcuni esempi:

1-la diga Ragoleto, sul fiume Dirillo, è cosa di ENI Gela.

2-il sistema idrico di quasi tutta la Sicilia Occidentale –e non solo- è controllato “a monte” da SiciliAcque Spa (di nascita ENEL, per un ventennio col colosso francese Veolia del “pirata bretone” Bollorè che ne ha via via rilevato quote e che ha di recente venduto – ottimo affare- il suo “pacchettone” a Italgas; una quota di minoranza è ancora della Regione fallita: in attesa di acquirenti).

3-realizzato negli anni Cinquanta, il più “esemplare” sistema idrico dell’Isola è quello dei fiumi Salso e Simeto (Sicilia nord-orientale):

A-la diga Pozzillo che sbarra il Salso (a Regalbuto, nell’ennese > capacità di 150 milioni dimetri cubi di acqua) è la più grande della Sicilia. L’impianto è della Regione Siciliana(fallita) ed è gestito da Enel Green Power.

B-La diga Ancipa, che sbarra il Simeto sui Nebrodi: è a “vocazione idroelettrica”: capacità di 27.8 milioni di m3 in quota 949 metri slm. (Il 6 dicembre 1950 -nel cantiere della galleria- un’esplosione di grisou uccise 13 operai). E’ passata –via SICILIACQUE- da ENEL a ITALGAS.

Questa è la Realtà. Nei secoli dei secoli la Terra siciliana è sempre stata dominata da chi ne controllava le Acque: il campo di battaglia più antico dell’Isola Contesa. Un conflitto evitabile, ma in un altro “Sistema”: decolonizzato ed eco-sociale!. (…)


Post scriptum: (La Guerra dell’Acqua tra i Comuni di Montagna, in zona diga Ancipa, e le città di Enna e Caltanissetta… e poi Agrigento “capitale italiana dell’infermità culturale”, coi rubinetti a secco…Nel magico mondo di Sicily Park, lo Spettacolo della Sete è una soap infinita e continuerà a lungo: ma in SICILIA l’ACQUA C’E’ … e anche gli INNOMINABILI).