Guerra della Monnezza in Sicily Park (1)

Il Grande Immondezzaio: a Gela non si deve fare!

Riceviamo dai nostri amici attivisti gelesi questa riflessione che volentieri diffondiamo e seguiremo anche nel suo percorso istituzionale. Gela si sta svegliando. Buongiorno Gela!

Dopo mezzo secolo di nebbia e vel-Eni, corruzione e repressione, illusioni e pane avvelenato, Gela si sta svegliando, comincia a realizzare in quale Spettacolo coloniale ipnotico e totalitario è stata imprigionata, una allucinazione collettiva in cui si riuscì perfino a insorgere in difesa del Pet Coke, cioè della corda con la quale i gelesi venivano impiccati, ogni giorno, ogni notte, ad ogni boccata d’aria, ad ogni pianto di neonato, nel paradosso di una capitale industriale mondiale che vive nelle condizioni e nelle subculture, più o meno “stiddhare”, della peggiore riserva sicilindiana. E quando ci andavamo, a diffondere TerraeLiberAzione, ci dissero perfino: “ma chi minchia vuliti, catanisi!”.

Gela si sta svegliando. La vera notizia è questa. Per noi -che da oltre trentanni denunciamo l’Olocausto Siciliano, le malformazioni neonatali e gli aborti epidemici, i profitti miliardari di pochi “in cambio” di un pezzo di pane avvelenato, la vera notizia è questa. Ora che l’ENI si è scoperta “verde” e la nuova colonizzazione si è fatta perfino più sofisticata.

Da mezzo secolo la premiata ditta vel-ENI è il cervello dell’Idra dalle Sette Teste che devasta la Sicilia e i siciliani (i proletari siciliani, in primo luogo, che non hanno alcuna difesa e si ritrovano anche i sindacati più subalterni d’Europa, svenduti alla premiata ditta vel-ENI e all’ideologia delle magnifiche sorti e progressive del capitalismo di stato, testa d’ariete della colonizzazione industriale dell’Isola).

Gela si sta svegliando da un sogno ch’era invece un incubo, carico di illusioni.

Ora è il tempo della geografia allucinata: l’insularità “periferica e handicappata” vede a Gela una “capitale della Sicilia OCCIDENTALE”!. Capitale della Monnezza!. Al di là di “inceneritori” o “biodigestori” è demenziale!.

“In una città che vuole volgere da tempo lo sguardo verso una nuova storia per produrre sviluppo più coerenti con le proprie potenzialità dopo decenni di violenze industrialiste, cala dall’alto l’insensata proposta del Presidente Musumeci: l’inceneritore per la Sicilia OCCIDENTALE si farà a Gela.

A Gela, che per geo-storia e realtà ha ben poco a che vedere con la Sicilia occidentale!.

I rifiuti di Palermo, principale produttore di spazzatura indifferenziata in Sicilia, troverebbero destinazione arrivando in città su percorsi, a detta dei progettisti, stradali e navali”.

Gela si sta svegliando. La vera notizia è questa. Resistere –con argomenti razionali- è compito di Attivisti preparati e profetici, i Siciliani Nuovi. Caminamu Addhitta!.

La Comunità TerraeLiberAzione.


Il Grande Immondezzaio: a Gela non si deve fare!

di Paolo Scicolone, Nicolò Distefano, Salvino Legname.

La risposta dei Gelesi all’annuncio dell’ex presidente Musumeci sulla realizzazione di un “termovalorizzatore” a Gela per trattare i rifiuti di tutta la Sicilia Occidentale è stata energica fin dai primi giorni successivi all’infelice proposta. La maggioranza dei Gelesi non vuole inceneritori di nessun tipo.

La scelta è evidentemente illogica da un punto di vista logistico.

E fra dibattiti, rassicurazioni tecniche della ditta che dovrebbe realizzare gli impianti, rispondendo all’avviso della regione per un termo utilizzatore (termine che non significa proprio niente) e di esperti locali, fra la dormienza cronica dell’amministrazione che ancora oggi non si è capito se ha preso qualche posizione, l’onda vincente che si solleva dalla gente di Gela ha fatto sentire forte il rumore del no.

Non si fanno inceneritori perché non servono, perché inquinano, perché esistono alternative. E perché farlo a Gela, lontano dai principali centri di produzione rifiuti è indiscutibilmente insensato.

Si forma spontaneamente il comitato “no Inceneritore Gela” che allaccia immediatamente rapporti con le associazioni attive dell’isola, per organizzare bene opposizione e proposte alternative.

Da Catania, da Messina, da Modica, da Siracusa, da Licata sono arrivati attivisti a dare sostegno ai Gelesi per far prevalere una volontà popolare ed attivarsi per controproposte che non prevedano inceneritori.

In una città che vuole volgere da tempo lo sguardo verso una nuova storia per produrre sviluppo più coerenti con le proprie potenzialità dopo decenni di violenze industrialiste, cala dall’alto l’insensata proposta del Presidente Musumeci: l’inceneritore per la Sicilia OCCIDENTALE si farà a Gela.

A Gela, che per geo-storia e realtà ha ben poco a che vedere con la Sicilia occidentale!.

I rifiuti di Palermo, principale produttore di spazzatura indifferenziata in Sicilia, troverebbero destinazione arrivando in città su percorsi, a detta dei progettisti, stradali e navali. Proprio di navi hanno parlato al consiglio comunale monotematico sull’argomento.

Ma l’hanno mai visto il porto di Gela? Insabbiato da anni, dove anche il più misero dei pescherecci non riesce a muoversi.

Navigare da Trapani o Palermo su navi da far arrivare a Gela è idiozia o barzelletta.

Oppure, molto più realisticamente, il viaggio dei rifiuti giungerà a Gela via terra, portando tutti i giorni decine di camion, che dovranno entrare in città, visto che la spazzatura arriva da occidente e la collocazione è prevista ad oriente di Gela. Anche in questo caso, la grande visione prevede che si percorrano strade che, per struttura e condizioni, non aspettano altro che vedere incrementato il traffico di mezzi pesanti. Nessuna autostrada giunge a Gela e l’unica statale appena decente, a voler essere generosi, è quella che la collega a Catania.

Un territorio devastato dall’industria nei decenni passati viene candidato ad ospitare impianti pesanti proprio su quei siti ex raffineria a pochi passi dal centro abitato.

Impianto misurato su esigenze di grandi città incapaci di organizzare una efficiente raccolta differenziata e che rischierebbe di risultare, quando e se a Palermo & Co. Imparassero a gestire la raccolta rifiuti, sovradimensionato.

A Gela, che da anni punta ad una svolta economica e sociale, a ricostruirsi un’immagine, si regala la lapide.

L’annuncio sorprende l’amministrazione locale, che in prima battuta dichiara di aver appreso la notizia dai giornali. Ma le avvisaglie c’erano.

Strategia chiara: crea il disagio, rendilo insopportabile, crea la soluzione facile da vendere.

Da un anno circa la discarica di Gela in contrada Timpazzo è stata eletta “a tempo determinato” (mai realmente determinato) discarica di Sicilia. Tutta la spazzatura qui. Carichi insopportabili per tempi lunghi e disagi su una piana che ha tutt’altra vocazione rispetto a quella di discarica di Sicilia, area di eccellenze agricole e sito di nidificazione principale in Italia per cicogne ed altri volatili, ricco di storia e di potenzialità ancora inespresse.

Come salvare il territorio allora? Ampliando il problema con un inceneritore, rendendo stabile il problema che era a tempo determinato.

Dove collocarlo? All’interno delle aree dismesse della Raffineria.

Aree che dovevano essere bonificate e messe a disposizione della comunità.

Si, ma c’è la possibilità di portare lavoro. Eccolo il ricatto.

Lo stesso dei decenni passati. Ti rovino ma ti pago e ti faccio lavorare.

Le bonifiche, previste da accordi sottoscritti ai tempi della chiusura della raffineria, non sono state realizzate. Ci mettiamo sopra un inceneritore e non se ne parla più. Nella città che ha pagato e paga ancora prezzi altissimi si porta spazzatura, mezzi inquinanti, impianti di dubbia salubrità.

Nell’attesa che Sindaco ed amministrazione si sveglino la città reagisce e mostra il proprio dissenso

Si avvia una raccolta firme. Il comitato si attiva con gazebo per mezza estate, con temperature assurde per allestire punti di raccolta firme e di informazione e di discussione di proposte, perché il comitato non solo è contro l’inceneritore, ma vuole essere amplificatore di cittadinanza attiva. Non solo di inceneritore si parla, ma anche della discarica di Timpazzo, di politiche sulla gestione rifiuti, di operazioni di rilancio e di idee di recupero successive alle benedette bonifiche che nessuno vuole fare, della destinazione degli spazi ex raffineria, di porto, di infrastrutture varie.

I sabati a 40°C compattano il comitato, attirano stampa ed opinione pubblica e persino qualche sporadico politico locale che timidamente, stando ben attenti a non coinvolgere il proprio gruppo o partito, accorrono ai gazebo per apporre la propria firma.

L’amministrazione continua a dormire, ma l’argomento diventa una costante nei programmi di approfondimento giornalistico e persino nella campagna elettorale per le elezioni Regionali. Proprio ai candidati i membri del comitato chiedono con forza di manifestare una posizione, grazie alla pressione che può esercitare in questi casi la stampa locale.

Seppur con imbarazzi e contorsioni intellettuali, persino i componenti locali dei partiti pro incenerimento prendono le distanze dalle posizioni ufficiali ammettendo che Gela è il posto sbagliato, per ragioni Geografiche innanzitutto e per tutte le ragioni che il comitato sta esprimendo.

I mezzi pesanti carichi di spazzatura dovrebbero muoversi dalle province di Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta con tutto il prevedibile disagio e inquinamento per i Gelesi, è un’idea che piace davvero a pochi.

L’amministrazione dorme e subisce, dimenandosi disordinatamente fra valutazioni incomprensibili, una scelta mai discussa prima, priva di ogni valutazione tecnica, politica, logistica che è anche antitetica, per quel che può valere, al programma politico festosamente esposto dal Sindaco che prevedeva una direzione “rifiuti zero”, con tanto di iniziative annesse per rendere Gela libera dalla spazzatura.

Il comitato ha chiesto incontri con gli eletti alla Regione, quasi tutti coerenti in campagna elettorale con le posizioni del comitato. Stavolta nessuna risposta. Senatori, Deputati e vice presidenti di Regione non si concedono ad incontri coi cittadini quando non sono organizzati dai partiti.

Il dato emerso è che Gela ha detto no, e decine di associazioni di tutta la Sicilia hanno dato forza al No di Gela. E finora è stato NO.

Quelli del NO a tutto siamo, secondo gli illuminati del progresso.

A parte il fatto che Gela è sempre stata la città del SI a tutto, trovandosi poi a pagare un prezzo inaccettabile, in termini di vite umane, devastazione economica, disgregazione sociale, inquinamento politico, emigrazione, degrado culturale, Gela oggi vuole essere la città del SI ad una cambio di rotta, ad energie pulite, ad un recupero del proprio territorio, ad una nuova offerta turistica, paesaggistica, agricola, portuale, più coerente con una vocazione storico-geografica, e più lontana dalla prepotenza chimico- capitalista e colonialista e che dice NO a tutto ciò che è logico: NO ad una costa libera da impianti e ciminiere, NO ad una città a “rifiuti zero”, NO a politiche rigenerative, NO ad una nuova immagine della città, NO al lavoro vero, non quello legato a clientelismi politico-sindacali utili a poche decine di famiglie, NO alle strade, ai porti, alle dighe, alle ferrovie, tutte infrastrutture utili alle comunità.

La Storia di questa città reclama ancora, ad alta voce, giustizia!. Tira nuova aria qui per la gente.

L’inceneritore a Gela non si farà.

COMITATO “NO INCENERITORE GELA”

Via Giusti 45, Gela

p.scic@gmail.com