SICILIA BRUCIATA: LA GUERRA DEL FUOCO.

Dal libro “L’ISOLA SENZA CIELO -Battaglie dell’Aria sull’Isola Contesa- Una ricognizione sulla colonizzazione dello spazio aereo siciliano” (M. Di Mauro- Edizioni TerraeLiberAzione 2018)


BATTAGLIE dell’ARIA sull’Isola CONTESA (4)

Faide nel Bosco. Va in scena la “Guerra del Fuoco”

Estate 2017. E’ TERRA BRUCIATA: 30.000 ETTARI divorati dal FUOCO NEMICO tra giugno e luglio: boschi, coltivazioni, allevamenti…e non solo. Ma nell’Isola dell’Etna il Nemico non è il Fuoco!.

Questa GUERRA del FUOCO si sviluppa nel CAOS e nei depistaggi. E sta terrorizzando chi in campagna ci vive e ci lavora. La Verità è la prima vittima di questa Guerra del Fuoco. Intanto, si bruciano le streghe!.

Dopo aver criminalizzato i precari forestali e i pastori transumanti, il piromane mediatizzato è oggi l’idiota “volontario pompiere” che brucia un cassonetto per 10 euro!. L’evoluzione della specie. E dei depistaggi.

Se invece, nel caos, bruciano 6 grandi depositi territoriali di rifiuti –tutti cruciali nel ciclo di raccolta della differenziata -> nessuno ipotizza l’ombra delle multinazionali che da 15 anni ci vogliono imporre i loro MEGA-INCENERITORI?. Si aprono 6 fascicoli, magari in 5-6 procure diverse, che si perderanno nelle nebbie alimentate da 1000 roghi: serve un POOL modello Falcone-Borsellino! – Il Sospetto è ancora l’anticamera della verità.

Questa “Regione ad autonomia abortita” si conferma un ente coloniale italiano anche quando elemosina al COAU romano della Protezione Civile -> l’intervento di canadair (viking) che però ci costano pare 15.000 EURO L’ORA…Milioni di euro ogni anno, con risultati peraltro fallimentari…

Diciamoci la VERITÀ.

Nell’epoca del volo aereo a costo d’autobus -> il cielo siciliano è libero pascolo di aerei e droni militari – e l’Isola bruciata è vigilata da una rete formidabile di satelliti e droni militari che vedono una formica anche da altezze kilometriche: ma non vedono processioni di camion che scorazzano per anni scaricando veleni e ammorbando interi territori, né s’avvedono di piromani-terroristi che bruciano indisturbati preziosi campi di grano siciliano antico perfino a Niscemi, a due passi dal MUOS!.

Lo SPAZIO AEREO siciliano è –in qualche modo- una trappola militare-anche per gli interventi di una PROTEZIONE CIVILE degna di questo nome?. A questa domanda non possono rispondere certo i politicanti e burocrati regionali, troppo ignoranti; né ci aspettiamo conferme da ambienti militari, per non dire del circo massmediale che alimenta lo Spettacolo coloniale della sicilietta italienata. E’ una Domanda cruciale nell’inchiesta che conduciamo.

E’ certo invece che molte Regioni italiane hanno una propria flotta di canadair! –Un esempio: la Toscana, che –sebbene più piccola della Sicilia- possiede una superficie boschiva superiore a quella siciliana ed ha dimostrato una encomiabile lungimiranza ed efficacia nella tutela del Paesaggio: anche i dati sintetici sugli interventi immediati di spegnimento lo dimostrano. Sia Onore a Loro!.

Sia chiaro: una discreta FLOTTA siciliana di “CANADAIR-VIKING” anti-incendio, pattugliamento marittimo + ricerca e soccorso si arma con appena 300 MILIONI. PERFINO A RATE!. Qui si bruciano miliardi ogni mese, inclusi i vari PON SICUREZZA e i BENI SEQUESTRATI ALLE MAFIE e bruciati spesso in attività improduttive o propagandistiche o PERFINO DELINQUENZIALI (il caso Saguto è la sintesi perfetta dell’AntiMaf che combattiamo dal 1984!).

Nell’Isola dell’Etna il Nemico non è il Fuoco. Come in Terra così in Cielo.

Intanto cosa succede?. In breve: quando si decide di intervenire per spegnere un incendio? Il primo intervento è della Regione che manda i suoi gruppi antincendio – che non percepiscono una lira – a mala pena ottengono il rimborso delle spese di benzina. Se queste squadre –spesso precarie e malarmate- non riescono a spegnere l’incendio (e ciò accade molto spesso), la Regione chiama il COAU (il dipartimento antincendi della Protezione Civile) e –ci dicono- “arrivano i Canadair al costo orario di oltre 15.000 euro o gli elicotteri, al costo di 5000 euro all’ora.

La Regione Siciliana spende una decina di milioni per gli elicotteri e circa tre milioni per i Canadair”.

Diciamola così: la Regione italienata passa alla Protezione Civile circa 13 milioni di euro l’anno, puliti-puliti. Chi ha interesse a che questo business vada avanti? Inoltre, cominciano a sorgere gruppi privati di flotte aeree antincendio – spinte dal numero sempre crescente di incendi. Altro che “mafie pecoraie” e “forestali piromani”, che recitano solo da utili comparse in questa tragicommedia coloniale della “Terra bruciata”!.

Nell’epoca del volo aereo, il cielo siciliano è totalmente colonizzato da una peste di aerei militari e compagnie straniere (tutte: anche i canadair!). E l’Isola contesa è vigilata da una rete formidabile di satelliti e droni imperialisti–con o senza MUOS-che vedono una formica anche da altezze kilometriche: non vedono processioni di camion che scorazzano per anni scaricando veleni e ammorbando interi territori, né s’avvedono di piromani-terroristi che bruciano indisturbati preziosi campi di grano antico perfino a Niscemi!.

Il Viking Air 415 Superscooper, precedentemente conosciuto come Canadair CL-415 SuperScooper e Bombardier 415 SuperScooper (codice costruttore CL215-6B11, codice ICAO CL2T), …è un aereo anfibio bimotore turboelica ad ala alta, con incarichi multi-missione ad uso civile, prodotto inizialmente dall’azienda canadese Canadair e poi dalla Bombardier Aerospace dagli anni novanta, e dalla Viking Air Limited a partire dal 2016.

Nella sua configurazione primaria è concepito per la lotta aerea antincendio, con la possibilità di operare efficientemente in regioni densamente forestale e ricche di specchi d’acqua. La versione multi-ruolo opera anche per pattugliamento marittimo e ricerca e soccorso (SAR). – Ci servirebbe una flotta di Viking Air 415 Superscooper e molto altro: e costerebbe molto meno di quanto ci costa oggi questa Sicilia bruciata: anche nei cervelli.

(Sul tema –a metà agosto 2017- ho rilasciato una intervista a un inviato di RAI3 “nazionale”, mio caro amico, il quale mi ha telefonato, pochi giorni prima della prevista “messa in onda”, comunicandomi che l’avevano “tagliata” e forse avrebbero annullato l’intero servizio: cosa che in effetti è accaduta. Motivo: “non c’è nessun vincolo militare sullo spazio aereo siciliano”. (Ne abbiamo riso, ovviamente, sostiene Pereira…) mdm